giovedì 16 dicembre 2010

L'inizio

Uno dei punti che vogliamo chiarire è che gli esseri umani hanno problemi con il concetto dell''inizio'. E diciamolo, ne hanno ancora di più con l'idea del 'divenire'. Le nostre menti si sono evolute per assolvere compiti piuttosto specifici come scegliere un compagno/a, uccidere orsi con un bastone appuntito e procurarsi una cena senza diventare la cena di qualcun altro. Siamo stati sorprendentemente bravi ad adattare quegli schemi a compiti per i quali non erano 'pensati': vale a dire, compiti per i quali non erano stati usati durante l'evoluzione (visto che non si può parlare di 'intenzione' cosciente): per esempio pianificare un'escursione sul Cervino, intagliare figura di leoni marini sui denti di un orso polare*, e calcolare il punto di combustione della molecola di un idrocarburo complesso. Dato il modo in cui si sono evoluti i nostri schemi mentali, pensiamo al concetto di inizio come al modo in cui inizia il giorno, o una camminata nel deserto; e pensiamo al divenire nello stesso modo in cui il dente di un orso polare diventa un amuleto intagliato, o un ragno vivo diventa un ragno morto quando lo schiacci.
*non mentre sono ancora nell'orso.
Terry Pratchett - La scienza di Mondo Disco

11 Novembre 2010
E così, ci sono anch'io. L'ennesimo blog su internet, che non ha la pretesa di essere particolarmente brillante, originale o interessante. L'unico scopo è quello di sfogarmi, perchè in un modo o nell'altro tutti ne hanno bisogno. Vivo in un posto che potrei definire in tanti modi, ma preferisco essere volgare e iniziare a chiarire fin da subito cosa penso della mia città: è una MERDA!
Quando si parla di Napoli si rischia sempre di cadere nella retorica o di lasciarsi andare a critiche "facili". D'altra parte, in un unico pomeriggio di vita riesco ad accumulare motivi per lamentarmene per una settimana. Comunque sparare sulla croce rossa è fin troppo facile, quindi non ho intenzione di lamentarmi della camorra o della spazzatura, oppure vivere di luoghi comuni su mare, sole e pizza. Semplicemente, vorrei raccontare la quotidiana lotta per la sopravvivenza di una persona normale, comune, un po' anonima.
Ma prima le presentazioni: mi chiamo Paola, ho passato i miei 25 anni di vita districandomi tra la paranoia di mio padre e la depressione di mia madre, cercando il più possibile di evitare le pallottole che il camorrista e il pazzo che vivono nel mio condominio talvolta si scambiano. Ho imparato a "farmi i fatti miei e non dare troppa confidenza", la regola di base per vivere in un posto così accogliente da meritare il soprannome di Bronx. E già sento, nella mia mente, la voce di mio padre, che mi ricorda che in questa città sono tutti amici, accoglienti, gentili e disponibili col prossimo. Voglio anche credergli, ma per il momento non ne ho prove. Gli concedo il beneficio del dubbio, così come lo concedo a tutti coloro che, passando, vorranno sostenere la stessa tesi. Io, per il momento, ho esperienze ben diverse.
Il titolo del blog l'ho copiato da un post sulla Svezia, in cui la padrona di casa raccontava di quanto sia irritante il fatto che gli svedesi vorrebbero dimostrare agli stranieri "che posto perfetto potrebbe essere il mondo, se solo fosse come la Svezia". Bene, signora incazzata e stanca di vivere in un paese "dove tutto funziona, ma la gente è fredda e la pasta fa schifo", ti invito ufficialmente a provare l'ospitalità partenopea. Ti pago il viaggio di andata e, se sopravvivi, pure quello di ritorno.

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