mercoledì 22 dicembre 2010

16 Novembre 2010

Parità
Come ho già detto nel mio post precedente, nella mia famiglia siamo un po' tutti casi patologici. Qualcuno più di altri, ed io, ingiustamente, mi accanisco contro la povera zia di cui sto per parlarvi praticamente da quando ho l'uso della parola. Mi hanno raccontato che la mia brillante carriera è iniziata a 3 anni, quando ho capito, per la prima volta, che il soggetto che mi trovavo davanti era un esemplare più unico che raro. Da studiare attentamente. Essendo comune tra i blogger trovare nomignoli carini per le persone di cui parlano (a me pare una cazzata, ma sarà un problema di privacy), ho pensato di chiamarla SuperZia, perchè Zia Zitella è troppo lungo, anche se non escludo di poterlo usare di tanto in tanto. Anche se lei è la perfetta incarnazione del mito della zia zitella che tutti hanno, anche nelle migliori famiglie, un po' bigotta, anziana, che se viene a sapere che hai dato un bacio a qualcuno ti fa esorcizzare e poi denuncia il ragazzo per violenza sessuale.
C'è da dire che questa mia zia mi adora, povera cara, e sebbene l'affetto sia ricambiato non posso davvero esimermi dal riportare su questo blog alcuni suoi insegnamenti, non tanto per fare della semplice ironia (ve l'ho già detto che non mi piace sparare sulla croce rossa), ma per dare un'idea di come la casalinga-zitella-napoletana media veda il mondo. Preferisco partire dalla parità dei sessi secondo SuperZia:
- quando hai il ciclo, non avvicinarti alle piante, altrimenti muoiono;
- eh, ma quella meritava di essere lasciata! Pensa che il marito le lasciava i calzini sporchi in giro per casa e lei non glieli metteva nemmeno in bagno; (questa mi ha perseguitato per anni, giuro! Mio marito porterà i collant!)
- e vabbè, è normale che tuo fratello non si rifaccia il letto, è uomo;
- fammi capire bene, tu non metti in ordine le cose di tuo padre?;
- non per vantarmi, ma mia sorella è una vera donna! Il marito le lascia due camicie sporche al giorno da lavare e lei passa tutta la domenica a stirargliele;
- quando avevo la tua età, a pranzo io facevo trovare a tuo padre persino l'aranciata appena spremuta; (sappiamo chi dobbiamo ringraziare se mio padre non sa nemmeno versarsi un bicchiere d'acqua)
- una ragazza così a modo... quando il fidanzato andava a casa sua, la trovava sempre ricamando;
- ma tu lo ami o no? E allora perchè non dovresti sisemargli i vestiti nell'armadio?;
- trovati un bel ragazzo italiano e poi mi dici se vuoi ancora andartene all'estero;
- io mi preoccupo di più per tuo fratello, perchè tanto una donna può sempre fare la casalinga...;
- sei sicura che tua cognata sia una brava ragazza? E perchè vuole uscire con i suoi amici e non soltanto con quelli di tuo fratello?;
e via così, in un crescendo di mostruosità. Capirete che non c'è affetto che regga. Il colmo, in quanto a parità, l'ha raggiunto pochi giorni fa. Mio fratello (che d'ora in avanti, per comodità, chiamerò Frato) è uscito di casa insieme a mia madre. Di quella mattinata so soltanto che lei è andata a lavoro e lui è tornato a casa con una stampante nuova, comprata in offerta a 30 euro. Capisco che uno non ci pensa a conservarsi uno scontrino da 30 euro per una stampante. Mi rendo anche conto che, nel corso degli anni, abbiamo accumulato scontrini di radio, videoregistratori, lettori dvd, monitor, tv, notebook, netbook, lettori mp3, videocamere, fotocamere, autoradio, scanner, stampanti, tastiere, muose, schede madri, ram, video e audio del tutto inutilmente, visto che non ci sono mai serviti a nulla. E sottolineo il mai. Quindi capirete che, se dopo 10 e passa anni di aggeggi elettronici vari, l'unico che ti si guasta è quello di cui hai perso lo scontrino, un pochinino i nervi ti saltano. Stupidamente (perchè io, prima o poi, imparerò a tener chiusa la mia boccaccia), ho raccontato l'accaduto a mia zia. La sua risposta è stata: "e tu perchè non hai conservato lo scontrino?". Ho provato a farle notare che io, quel giorno, a quell'ora, stavo dormendo placidamente nel mio lettino, ma nulla ho potuto contro la ferrea logica della SuperZia. Perchè, vedete, io sono donna! Per cui non importa se Frato ha comprato quella stampante da solo (poi ho scoperto che mamma l'ha aspettato in macchina, chè già aveva fatto tardi a lavoro!), io avrei dovuto chiedergli lo scontrino e custodirlo gelosamente, perchè se mai la stampante si fosse rotta, la responsabilità doveva essere tutta mia, in quanto donna. Ho provato a chiederle se questa assoluta de-responsabilizzazione dell'uomo è dovuta alla sua incapacità o alla sua superiorità (cioè, è troppo coglione per conservare uno scontrino o è troppo "signore" per occuparsi di certe bassezze?) e la risposta è stata "tu sei strana. Ragioni male. Fai attenzione che prima o poi il tuo ragazzo pure si stanca".
Io, forte dei suoi insegnamenti, ho stabilito alcune regole di base col mio fidanzato: ci divideremo i lavori domestici; faremo la spesa insieme; si sistemerà il suo armadio, così non gli capiterà mai di dovermi chiedere dove sono i suoi calzini (nel cassetto - quale cassetto? - il tuo - ma quale? - il primo - non ci sono - a destra - non ci sono - guarda meglio - non ci sono - guarda meglio - non ci son... ah, eccoli); porterà la sua biancheria sporca nel cesto per la biancheria sporca e guai se me la lascerà in giro; se vorrà cambiarsi cinque camicie al giorno, liberissimo di farlo purchè se le lavi e se le stiri. Sarà che non lo amo abbastanza, sarà che sono una donna "fatta male" o che non sono una "vera donna", ma non mi piace l'idea di passare le giornate a raccattare mutande sporche in giro per casa e a stirargli le camicie. Potendo, preferirei fare altro.
Possibilmente insieme a lui.
Possibilmente sesso.
Quindi, a concedermi generosamente un aiuto per quelli che dovrebbero essere i miei doveri di donna-madre-moglie, credo che ci guadagnerà anche lui. Certo, io rimarrò una donna-madre-moglie fallita, incapace di portare avanti una casa, soddisfare i bisogni sessuali di mio marito, lavorare ed educare i figli da sola.
A conclusione di questo post, visto che questo blog conta tre lettori e uno di questi è proprio il mio fidanzato, gli auguro il buon giorno con una canzone romantica che tanto mi ricorda la nostra situazione. Così non può dire che non l'ho avvertito!
E siccome gli altri due lettori (anzi, lettrici) non capiscono il napoletano, aggiungo anche la traduzione.


Prendi una donna,
trattala male,
mandala ogni tanto all'ospedale,
non calcolarla e quando ti tocca
dalle quattro calci in bocca.
Fai capire che sei un animale,
fai sentire che il più forte sei tu,
qualche volta le devi rompere i denti
con questi sistemi le insegni a vivere.
Allora sì vedrai che ti amerà
perchè alla donna piace prenderle
e allora sì vedrai che capirà
che senza schiaffi non può vivere.
Prendi una donna,
trattala bene,
mandala in vacanza a Fregene,
falle il visone e pure il diamante,
lascia che si tenga un amante,
falle fare la signora col cane,
falle pure la villa a Positano,
le devi comprare una bella Toyota
la donna alla moda tua moglie vuol fare.
Allora sì vedrai ti lascerà
i calzini non vorrà più lavarli,*
allora sì che resti solo solo
perchè tua moglie ti manda a fancu*o.
No caro amico, il discorso non regge,
io le prendo tutti i giorni da mia moglie;
quella mi picchia, mi trascina per i capelli,
mi da i calci nei reni.
Io cercavo la donna perfetta,
ma mia moglie mi comanda a bacchetta,
certe volte lavo pure per terra
succede una guerra se non voglio stirare.
In questo amore non c'è dignità,
comanda la donna e l'uomo l'accetta,
e ricordo le parole di mamma
"tu con quella fai la fine di papà".

* ma questa dei calzini è una fissa dei napoletani? Cioè, una donna per essere tale deve passare la vita a lavare calzini raccattati da ogni angolo della casa? Oppure, meglio ancora, deve toglierli all'uomo personalmente, quando stanco e affranto torna da lavoro, si siede sulla sua poltrona e trova la sua mogliettina già a quattro zampe con le pantofole in bocca?

4 commenti:

  1. Ahah, post bellissimo, fa ridere, ma fa anche riflettere della differenza tra uomo e donna in Italia, specialmente nelle generazioni precedenti.
    E io che vivo da solo in Svezia chi mi raccoglie le calze o stira le camicie? Prova chiedere a tua zia chi dovrebbe fare questo lavoro... :D :D

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  2. Ciao Antonio. Benvenuto!
    Tu, in quanto uomo, sei ovviamente autorizzato a tenere calze e camicie sporche in ogni angolo della stanza. In questi casi, per mia zia, il caos può regnare sovrano, perchè "mica è colpa tua se sei nato maschio"... :D
    Mi sa che, secondo i piani della zia, devi trovarti una "brava ragazza italiana" prima di finire le mutande pulite. Italiana, ovviamente, chè queste svedesi non saranno mai all'altezza di una brava, casta e modesta casalinga nostrana.

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  3. Ciao, che bel blog!

    Sai quante volte ho sentito le stesse parole della tua zia, da parenti di mio marito, napoletano? Per non parlare di quello che dicono a lui che fa tutto, proprio tutto a casa, per il momento molto più di me. Io mi salvo solo perché sono svedese e capiscono che da una non-italiana non possono aspettarsi chi sa che cosa... =)

    Ma il fatto dei calzini può essere una cosa genetica? Come ho scritto, mio marito fa tutto a casa, ma una cosa che mi ha sempre dato fastidio sono i calzini sui che si trovano dappertutto. Io da buona svedese, non brava, li lascio dovo sono (o spesso li faccio finire sotto il letto) fino a quando lui non ha più calzini puliti solo per vedere l'effetto, ma niente. Quando sono finiti ne compra altri - ha perfino trovato una ditta dove si può fare l'abbonamento di calzini. Ogni mese arrivano 5 paia attraverso la posta...

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  4. Ahahaha allora io sono l'uomo per te. Quando vivevo con la mia fidanzata le ho sempre proibito di fare queste cose per me. Faccio tutto da solo, che é meglio.

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