domenica 16 ottobre 2011

Colpo di stato. Ma che colpo, se lo stato qui non c'è?


Dopo il mio precedente post, sarebbe coerente parlare di ciò che è successo a Roma. Ma cosa posso dire? Bennato cantava "in fila per tre" nel lontano 1974 e, a quanto pare, nulla è cambiato. 
Quindi io torno in fila.
In un paese dove esprimere le proprie opinioni e manifestarle civilmente è non solo inutile, ma perfino dannoso, l'unica cosa che ci è rimasta è soccombere a questo potere perverso e marciare a tempo. 
Però...
Possono insegnarmi che le puttane fanno carriera e le brave ragazze finiscono a chiedere l'elemosina; io morirò di fame piuttosto che adeguarmi.
Possono distruggere la scuola pubblica e far diventare l'istruzione una cosa da ricchi; io leggerò, e leggerò, e leggerò, fino a divorare biblioteche intere, e imparerò nonostante loro
Possono tirar fuori dal cilindro leggi, decreti, condoni, amnistie e trucchetti vari; io saprò comunque distinguere il bene dal male.
Possono farmi credere che il denaro sia l'unica ragione di vita, che l'apparenza sia sostanza, che possedere sia lo scopo; io rimarrò me stessa e vivrò per amare, perchè è questa l'unica vera fonte di felicità.
Possono impedirmi di manifestare e sporcare con la loro violenza tutte le cose in cui credo; non importa. Il mio cuore e la mia mente sapranno sempre da che parte stare.
Possono togliermi il lavoro, i soldi, la casa; io non permetterò a nessuno di togliermi la speranza.
Possono inquinare la televisione, le pubblicità e perfino internet con le loro menzogne; la verità prima o poi uscirà fuori, in qualche modo, ed io sarò lì ad attenderla.
Forse è proprio questo che certa gente non capisce: possono riempirci la testa di menzogne, possono rendere labili e confusi i confini tra bene e male, tra giusto e sbagliato, tra legale e illegale, tra democrazia e dittatura, ma questo non basterà a rendere reali le loro bugie. Il solo fatto che un intero popolo sia convinto di una determinata cosa non rende questa cosa reale, o giusta. 
Io non credo in alcun dio, nè nel destino, eppure ieri mattina è entrato a far parte della mia vita un vero e proprio simbolo di rinascita: proprio mentre guardavo in diretta i primi tentativi di dividere in due il corteo pacifico con auto in fiamme, mi è venuto vicino un bruco. Era... come spiegarlo? Un messaggio? Un chiaro messaggio, sì. Così l'ho poggiato su una foglia d'insalata e infilato in un barattolo, come facevo con le lumache quando ero bambina. 
Se proprio questo paese non può rinascere, che almeno lo faccia lui! Non ho idea di quanto tempo ci vorrà, nè di cosa uscirà dal bozzolo, ma non vedo l'ora di restituirgli la libertà. In questo momento non c'è cosa più bella al mondo, per me, di un animale che nasce piccolo, indifeso, insignificante, costretto a strisciare per metà della sua vita, ma che ha la capacità di mettere le ali e volare via.

2 commenti:

  1. Bellissimo post, bellissime parole...
    Non so che fine farà questo paese, ogni volta che pensiamo di aver toccato il fondo riusciamo a fare di peggio, ma se una speranza c'è è in chi la pensa come te (come noi, noi "tanti" intendo)!

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  2. Tesoro, sai benissimo che penso che il tuo sia un dono che pochi hanno: scrivere bene ma soprattutto arrivare dritto al punto con saggezza, intelligenza e concretezza, con tanto cuore e tanta sensibilità.
    Non so dove andremo a finire, che fine faremo ma hai scritto cose che penso e condivido e che fanno parte dei miei più intimi pensieri.
    Grazie!

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