giovedì 29 dicembre 2011

The Canadian Holocaust

Avevo più o meno 10 anni quando decisi che l'Italia non era il paese adatto a me. L'idea di emigrare me la porto dalla culla, ma solo qualche anno fa ho deciso in quale paese. Sono arrivata alla Svezia come scelta ragionata, anche se amo l'Inghilterra, perchè è lo stato europeo che offre di più agli immigrati. E, più di tutto, si adatta alle mie necessità di silenzio ed isolamento. Prima di considerare l'Europa, però, sognavo il Canada. Per me era il paese dei cretini presi in giro da Homer, e questo mi piaceva. Dopo aver passato la vita in una città in cui "nisciuno è fesso", sognavo un paesino pieno di gente semplice, un po' ingenua. Un paesino dove non succede mai niente, dove si vive serenamente, dove non devi barricarti in casa e aver paura di ogni essere umano. Cercando informazioni, però, ho scoperto che il Canada non è quel paradiso che sembra. Anzi, sta perpetrando crimini contro l'umanità, portando avanti un vero e proprio genocidio a danno dei popoli nativi; genocidio che sta avvenendo ora, mentre io scrivo e voi leggete. I crimini di cui si è macchiato questo paese sono così tanti e così atroci che non riuscivo a crederci. Fino a metà degli anni novanta, ad esempio, i nativi sono stati costretti a mandare i figli in scuole cristiane che fungevano da veri e propri campi di concentramento per bambini. Le cose che venivano fatte a quei bimbi... da quando ne sono venuta a conoscenza non c'è notte che il mio pensiero non voli a loro. Arrivo addirittura a pregare, a chiedere perdono alle loro anime, pur non credendoci davvero. Sto parlando di più di 50.000 bambini torturati e uccisi senza alcuna pietà. Bambini frustati fino alla morte, o costretti a seppellire i loro fratellini, neonati bruciati vivi, annegati, usati per esperimenti medici senza nessun tipo di anestesia, costretti a dormire con i malati di tifo e vaiolo e poi usati per sterminare intere famiglie.
Ancora oggi, nonostante le scuole siano state chiuse (l'ultima nel 1996), i bambini vengono tolti alle loro famiglie ed affidati a pedofili già condannati in passato. Vancouver è citata in una relazione dell'UNESCO, datata 1998, come uno dei tre principali centri per la prostituzione infantile, insieme a Bangkok e Rotterdam.
La definizione di genocidio data dall'ONU è "atti commessi con l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso"
In questa ottica, la politica di sterilizzazione delle donne native, l'isolamento dei bambini dalle loro famiglie perchè non imparino la loro lingua, il divieto di praticare ogni tipo di rituale religioso, oltre, ovviamente, al sistematico sterminio delle nuove generazioni, costituiscono a tutti gli effetti un genocidio.
L'unico ad agire concretamente per denunciare questo crimine contro l'umanità è stato il reverendo Kevin Annett. Dopo essere stato cacciato dalla sua chiesa, aver perso famiglia e lavoro ed essere stato dichiarato incapace di intendere e di volere affinchè non potesse rivedere i figli, quest'uomo, questo EROE, ha continuato a lottare per i diritti dei nativi. Ha scritto dei libri, ha girato un documentario, perchè la memoria delle torture a cui sono stati sottoposti decine di migliaia di bambini innocenti non si perda negli anni. 
Ha anche provato a manifestare in vaticano, a pasqua dell'anno scorso. Insieme ad un paio di nativi e ad uno sparuto gruppo di italiani (evidentemente gli unici ai quali interessa dare giustizia a quei bimbi e alle loro famiglie) è stato bloccato dai carabinieri, identificato e pedinato per tutto il giorno, per impedirgli di parlare con i media italiani. Quelle persone avevano il diritto di manifestare, ma i carabinieri hanno vietato a tutti loro di mostrare cartelli di ogni tipo, di usare slogan o provare a spiegare che diamine stessero facendo in vaticano. In pratica, avevano il diritto di manifestare, ma in silenzio, da soli, senza cartelli, senza spiegazioni. Ecco la nostra democrazia!
In Inghilterra, invece, è andata anche peggio. Bloccato all'aeroporto, è stato trattenuto in cella per una notte senza alcuna spiegazione e poi rispedito in Canada perchè "my giving public lectures was “unusual” for a tourist, that I was "suspect", and would therefore be barred from entering England."
Di tanto in tanto provo a parlare di questi crimini con le persone che mi circondano. La prima reazione è di stupore, ma ben presto diventa negazione. Non è possibile che tanti bambini siano stati uccisi, non è possibile che nel civilissimo Canada ci siano tanti pedofili, non è possibile che nessuno ne parli, che l'ONU non faccia niente, che il mondo intero venga tenuto all'oscuro. 
Pensatela come vi pare. Io vi lascio le mie fonti e vi sfido a guardare il documentario Unrepentant fino alla fine. Non ne sarete capaci. Così come non sarete capaci di togliervi dalla mente le voci di quelle persone, le loro storie, il pensiero dei bambini massacrati senza pietà.

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