venerdì 31 dicembre 2010

Addio

Forse non sono dell'umore adatto per scrivere questo post, visto che ho passato la serata ad imprecare e bere, ma so che ciò che ho dentro mi perseguiterà finchè non lo scriverò e vorrei iniziare l'anno nuovo senza lasciar nulla in sospeso.
So che a molti sembrerà un'eresia, ma per me la vita ha sempre e comunque la stessa importanza: ciò significa che non distinguo tra scarfaggio o essere umano, o tra Michael Jackson e una cavalletta. Non c'è nulla, eccetto una biologicamente insignificante "percezione di sè", a distinguerci dagli animali. Figuriamoci poi se faccio distinzioni tra esseri umani e altri esseri umani. In base a cosa la vita di un bambino africano morto di fame vale meno di quella di Rita Levi Montalcini? Certo, questa convinzione porta anche delle conseguenze concettuali difficili da accettare, tipo che la mia vita vale quanto quella di un politico italiano. Capirete che è difficile che l'idea mi vada giù.
Rimane il fatto, però, che ci sono vite che lasciano il segno, vite che portano sviluppo alla società, vite che diventano importanti perchè intrecciano le nostre. Più o meno un mese fa si è spenta una di quelle vite che per me erano importanti. Non che lo fosse in assoluto, perchè so che molti di voi nemmeno hanno idea di chi sia, ma mi era cara quanto una parte della mia anima. Parte che adesso non c'è più... e se non ce l'ha fatta lei, mi domando come potrei mai farcela io.
Sto parlando di Isabelle Caro.
Lei non era solo una vita. Era un esempio. Era un simbolo. Era l'Anoressica, nel senso pieno e vero della parola. Non era una ragazzina che voleva dimagrire, era una persona con il passato di sofferenza e di angoscia che è l'imprescindibile base della vera anoressia. Solo che non si odiava abbastanza da lasciarsi morire così e ha cercato di lottare, di uscirne. Ha capito che doveva amarsi, la vera chiave per iniziare la guerra contro l'anoressia. Inutile sottolineare chi abbia vinto.
Ed io cerco le parole per esprimere tutta la stima e l'affetto che provavo nei confronti di questa donna, ma non ce ne sono. Non capisco come abbia potuto perdere questa guerra, proprio lei, così forte e determinata. Mi fa ancora più rabbia conoscere la sua storia e pensare che sarebbe bastato l'amore di qualcun altro, al momento giusto, per evitare che la sua vita andasse persa così. E il pensiero vola a tutte quelle persone che stanno soffrendo come lei e rimangono sole. Perchè, diciamocela tutta, l'anoressia non è un capriccio, ma una sofferenza così profonda e radicata da portarci all'autodistruzione. E' la forma suprema di odio, quella verso noi stessi. E questa donna non era solo l'immagine vivente delle conseguenze della malattia, era il simbolo del percorso interiore che ogni persona anoressica deve avere il coraggio di compiere per guarire.
Lei era riuscita a trovare il coraggio, ma il suo corpo l'ha tradita. E con lei è morta la parte di me che pensava che bastasse volerne uscire, per uscirne davvero.
Avrei voluto scriverle un messaggio bellissimo. Non ne sono in grado, e spero mi perdonerà. Se davvero c'è qualcosa dopo la morte, sicuramente sentirà come il mio cuore si spezza in due al pensiero che non ci sia più.
Addio, Isabelle.

3 commenti:

  1. mammamiii,almeno lei era magra...noi nno

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  2. è passato tanto tempo dalla pubblicazione del post, ma ho letto in un altro post che in germania tu e il tuo fidanzato andavate avanti a wurstel e birra.
    ora, il wurstel è fatto con carne di maiale, un animale sensibile e intelligente almeno quanto un cane (se non di più). se consideri la vita di una cavalletta pari a quella umana, dovresti per lo meno diventare vegana. purtroppo c'è uno scollamento tra quello che mangiamo e come viene prodotto. la chiamerei ipocrisia, ma si tratta solo di incoerenza o di non voler vedere. fidati, lascia stare almeno la carne e starai molto meglio. tra l'altro in svezia volgiono tassare la carne, per fortuna, e te lo dice un liberale vegetariano come me che odia le tasse, ma per una volta è contento che le mettano.
    auguri!
    marco.

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    1. Nessuna ipocrisia: presentami della carne di essere umano e sarò contenta di assaggiarla! ;) Scherzi a parte, cacciare è nella natura di un sacco di esseri viventi e non vietiamo certo ai leoni di mangiare gazzelle. Il mio stile di vita mi sembra molto "naturale" e non toglie nulla al rispetto che ho per la vita in sé.

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