domenica 16 gennaio 2011

Nuovi mezzi di comunicazione

Anche se dovrei copiare gli ultimi post del vecchio blog, proprio non riesco a fare a meno di condividere con voi le avventure che questo nuovo anno mi sta regalando.
Oggi vi voglio parlare dei nuovi (e/o vecchi) sistemi di comunicazione in uso nel mio condominio. In particolare, spiegherò in dettaglio: lo scalofono, lo scopotelegrafo, il campanellomorse e l'urlo disumano. Quest'ultimo è usato dalla notte dei tempi e ci sono testimonianze del suo uso sin dall'antichità, ma evidentemente è talmente utile e funzionale che non verrà mai soppiantato da banalità come il telefono cellulare.
Ma procediamo con ordine.
Il mio palazzo consta di sei piani, con tre abitazioni a piano, per un totale di 18 famiglie (più un barbone che vive sul tetto). Un giorno, la sfortunata signora del terzo piano ha scoperto che il suo gabinetto le riportava su ciò che invece sarebbe dovuto scendere giù ed è stata costretta a chiamare l'idraulico. Non so quanto sia vero, visto che di certa gente non mi fido minimamente, ma il suddetto idraulico ha decretato la morte della nostra colonna fecale, il che vuol dire lavori in tutte le case e migliaia di euro di spese. I lavori sono partiti dal terzo piano e sono arrivati fino al quinto (evitando, per miracolo divino, proprio la mia casetta) ed è stato proprio in questo periodo di profonda sofferenza per le famiglie coinvolte che si è fatto il più largo uso dello scalofono di cui io abbia memoria. Nemmeno per la sparatoria hanno fatto tanto casino. Evidentemente molto provate per la dipartita della signora Colonna, le tre famiglie hanno usato la tromba delle scale come amplificatore per le loro urla.
Non sto scherzando.
Ognuna sul suo pianerottolo, oppure direttamente in casa, le signore dei tre piani interessati hanno comunicato per tutto il giorno a suon di urla. Come si distingue lo scalofono dall'urlo disumano? Semplice: nel primo caso, la signora urlante si posiziona in un punto preciso del pianerottolo, oppure sporge la testa dalla porta con una ben calcolata inclinazione, in modo tale che il palazzo tutto possa fungere da cassa di risonanza e che nessuno nel quartiere possa fingere di non aver sentito. Eccetto la sottoscritta, ovviamente!
Io avevo già capito che, quel giorno, stava succedendo qualcosa di grosso. Siccome l'ultima volta che ho sentito urlare tante persone contemporaneamente c'era una sparatoria in corso, io ho chiuso la porta blindata a più mandate e, per sicurezza, ho tirato pure il chiavistello e mi sono rintanata con lo stereo a palla nella stanza più esterna della casa.
Solo quando ho avuto bisogno del bagno e ho tirato lo scarico, qualcuno si è degnato di avvertirmi che c'erano dei lavori in corso. E qui, signori miei, si è palesata la maestria dell'idraulico nell'uso del campanellomorse. Tempo dieci secondi scarsi dallo sciacquone (io stavo ancora seduta a leggere il topolino, insomma), qualcuno inizia a scampanellare furiosamente alla mia porta. Ma io, provetta giovane marmotta, ho capito subito che non si trattava di uno scampanellio qualsiasi. Era codice morse. In particolare, mi diceva: esimia signora, sono l'idraulico che lei ha tanto gentilmente innaffiato con i suoi bisogni fisiologici dieci secondi or sono. La prego di essere tanto cortese dal volersi asterere dall'uso dell'acqua per la giornata di oggi. La ringrazio e colgo l'occasione per porgerle i miei più distinti saluti.
Io avevo vagamente intuito che la questione fosse di una certa gravità, così, nonostante avessi già capito tutto il messaggio, ho pensato che sarebbe stato gentile da parte mia aprirgli la porta. La genialità dell'idraulico, il quale stava facendo il suo meritato quarto d'ora di pausa appoggiato al mio campanello, mi ha convinta che forse non era il caso di far entrare un simile elemento nella mia umile dimora, dal momento che, nonostante stesse ancora scampanellando, era assolutamente al di fuori della visuale del mio spioncino. Ammetterete anche voi che ci vuole un livello di agilità non comune per riuscire a rimanere con la mano appoggiata al campanello, ma mettendosi di spalle, appoggiato al muro sul bordo esterno della porta.
E siccome nel mio palazzo continuavano ad urlare, nonostante il messaggio in codice fosse piuttosto chiaro, proprio non ho potuto fare a meno di pensare al peggio e sono nuovamente corsa nella stanza più esterna della casa. Evitando, ovviamente, di usare il bagno.
Quando, verso le due del pomeriggio, ho deciso che era arrivato il momento di cucinare e ho sciacquato le verdurine, usando il rubinetto della cucina, ecco arrivare l'urlo disumano.
No, non era l'idraulico.
Era la signora del piano di sotto. Solo che io non sono riuscita a distinguere il mio nome, tra tutte quelle urla (lo scalofono era ancora in piena attività). C'è anche da dire che avevo sia la veranda che il balcone completamente chiusi e che la voce della signora, la quale mi stava simpaticamente chiamando proprio dal balcone, non mi giungeva molto chiara. Sentivo che qualcuno ripeteva sempre la stessa parola, ma pensavo che fosse un "apri-spingi-tira-chiudi" urlato dall'idraulico all'assistente. Dobbiamo ammettere che l'urlo disumano sta perdendo punti. Infatti, la signora (sempre lei!) è costretta ogni giorno ad urlare per almeno mezz'ora il nome della figlia, prima che questa riesca a sentirla e le risponda dal palazzo accanto. Non so, forse è lei che si sta facendo vecchia e non ha più la voce di un tempo. Comunque, scoraggiata, la povera donna ha dovuto fare l'enorme sforzo di salire ben due rampe di scale per usare nuovamente il campanellomorse per ordinarmi di non usare l'acqua.
Dopo una cascata di idee geniali su come riuscire a preparare un piatto di pasta senza usare l'acqua, il resto della giornata è passato senza altre comunicazioni. Finchè la signora, la quale evidentemente aveva capito che non siamo attrezzati per la ricezione dell'urlo disumano, ha spedito la figlia (troppa fatica venire ad avvisarci di persona) per dirci che potevamo nuovamente utilizzare l'acqua. Tempismo perfetto, aggiungerei. Se avesse aspettato dieci minuti in più, mamma avrebbe ordinato le pizze, invece di preparare cavolo bollito. Grrrrazie, figlia della signora.
Così, da brava famiglia svedese, abbiamo preso il numerino e abbiamo fatto la fila per il bagno. Al quarto sciacquone (il mio, per intenderci. Che ciorta!) la signora ci ha comunicato tramite scopotelegrafo che no, non potete usare lo sciacquone. Mettiti d'accordo con te stessa, cara!
La giornata si è conclusa così, con la cara donna che ci comunicava a suon di colpi di scopa sul soffitto (o sotto al pavimento, a seconda dei punti di vista) se e quando potevamo scaricare. Geniale, no?


Caro Babbo Natale,
          lo so che sei appena tornato a casa e ti stai godendo il meritato riposo insieme agli elfi e alla Befana, prima di ricominciare a produrre giocattoli per i bimbi di tutto il mondo, ma qui c'è disperato bisogno di te. Potresti, per la salute mentale di tutte le persone civili abitanti in questo palazzo (cioè me), regalare un bel cellulare a tutte queste care signore che ne hanno tanto bisogno? Prometto che pago io. In alternativa, accetto anche di essere portata al circolo polare artico e di essere messa sotto ghiaccio fino all'estinzione della razza umana. Sono certa che non mi deluderai.
Masochisticamente tua
Eve

Nessun commento:

Posta un commento