martedì 13 marzo 2012

Un po' di tempo per me.

Oggi, finalmente, ho un po' di tempo in più da dedicare a questo blog. Iniziamo con gli aggiornamenti:

  • sono stata bocciata all'esame (e ti pareva). La prof mi ha fatto una domanda su una specifica reazione chimica, ma quando ho sbagliato a scrivere una molecola (ho confuso la posizione di un ossigeno), mi ha bocciata dicendomi che non si può fare un esame di biochimica senza saper scrivere quella specifica molecola, e che, di conseguenza, non importava affatto che sapessi cos'è e in quali vie metaboliche è coinvolta. Durata dell'orale: 3 minuti netti. 
  • tre giorni fa è stato il mio compleanno. Festeggiamenti per due giorni, visto che era anche il compleanno del mio cognatino, tre torte diverse e una marea di regali costosi, per non parlare della montagna di fiori che ho ricevuto dal mio fidanzato. Tra l'altro, in questi tre giorni non ho fatto altro che pensare a due cose: 1) questo dovrebbe essere il mio ultimo compleanno in Italia e 2) nulla dice "ti amo" più di una gigantesca torta con meringhe e cioccolato, la cui preparazione ha richiesto una notte di lavoro. Mi sono sentita coccolata, amata e viziata.
  • la mia migliore amica è in Svezia ormai da un mese e un giorno. La sento spesso, più di quanto non la sentissi quando viveva a pochi km da me, ma ho l'impressione che non mi abbia detto niente di questo mese. Non so cosa mi aspettassi, probabilmente commenti entusiasti sull'acqua corrente (e magari pure calda) e l'esistenza dei bus, che nel mio quartiere sono miraggi. 
  • rimanendo in tema di acqua corrente, due anni fa, a febbraio, il mio palazzo e tutta la strada su cui poggia sembravano voler crollare, a causa di una perdita d'acqua che aveva corroso tutto il sottosuolo. Tanto spavento, ma poi siamo tornati a viverci rassicurati dal comune e da una colata di cemento. Ancora oggi mi chiedo come sia possibile riempire 500 mt di strada con una sola colata, ma queste sono domande esistenziali alle quali non avrò mai risposta. Sta di fatto che, pochi mesi dopo, si è ripresentato il problema, spostato di quei 10 mt necessari a coinvolgere un palazzo diverso dal nostro. E poi, un altro paio di mesi dopo, quello successivo. E poi... sono finiti i palazzi! Il bello di vivere nel terzultimo palazzo di Napoli. Sembrava tutto risolto, quando ieri è crollata una strada al centro del quartiere. Non trovate rassicurante l'idea che, dopo due anni, l'arin non abbia fatto assolutamente manutenzione, pur sapendo che nella zona c'è questo problema? A me basta che regga altri 11 mesi, poi fanculo a 'sto quartiere di...
Ed ora la risposta a due commenti:

  • a Zion, che mi diceva di laurearmi ed emigrare il giorno dopo, vorrei dire che io spero di emigrare molto prima della laurea. Questo perché non è giusto che il mio fidanzato, già laureato, debba perdere tempo prezioso qui in Italia solo per aspettarmi. Certo, potrei rimanere in Italia mentre lui inizia la sua nuova vita in Svezia, ma spero di poter continuare gli studi direttamente lì. So di gente che l'ha fatto, ma per il momento non sono riuscita a trovare nessuna facoltà di biotecnologie in Svezia, almeno non per il bachelor degree.
  • a Silvia, che mi spiegava il disturbo di identità di genere, vorrei dire che la cosa di cui mi sorprendevo non era questo cambiamento di sesso, ma gli elementi su cui si sono basati (almeno secondo l'articolo) per diagnosticare questo disturbo. Citando l'articolo:
    Le evidenze di questo disturbo sono comparse all'età di 3 anni: dai racconti della madre, si sa che Zach ha cominciato a fissarsi con giocattoli da bambina, poi a chiedere vestiti da femmina e a rifiutare qualsiasi cosa fosse tipicamente maschile.Io ho un fratello più piccolo; da bambini giocavamo insieme con le bambole ed entrambi usavamo pantaloni comodi e t-shirt. Non è certo questo che ha influenzato il nostro sviluppo sessuale. E, aggiungo, non me n'è mai fregato niente di come mia madre decideva di vestirmi. Personalmente trovavo scomodissime le calze e la maglia di lana e stavo bene se i miei vestiti erano comodi, larghi e mi permettevano di giocare liberamente. Non capisco cosa intenda certa gente con "cosa tipicamente maschile". Vuol dire che un maschietto non può giocare con le bambole, o che una femminuccia non può divertirsi con le macchinine? Questi mi sembrano preconcetti degli adulti che non hanno niente a che vedere con la sessualità dei bambini. Peggio ancora:
     da un anno si veste e gioca come preferisce, a scuola i compagni lo trattano come una bambina e da quando anche i familiari e gli educatori lo considerano una femminuccia, Zach è molto più sereno. 
    Innanzitutto, mi sembra ovvio che lasciare ad un bambino la libertà di giocare e vestirsi come crede corrisponda ad un miglioramento della sua condizione psicologica. La cosa che mi preoccupa, però, è  la frase "gli educatori lo considerano una femminuccia". Cosa vuol dire? Cosa fanno gli educatori con le femminucce? Come si può avere un comportamento diverso con i bambini di cinque anni, basandosi sul sesso? Io sono stata educata dalle suore, che sono il sessismo fatto essere umano e mandato in terra a punirci per le nostre vagine, eppure perfino loro non facevano distinzione tra maschietto e femminuccia e ci terrorizzavano e picchiavano senza alcuna distinzione di genere. Non sarà, forse, che certi "educatori" con le femminucce sono più pazienti e comprensivi, e per questo il bambino adesso è più sereno? Infine, la frase che, più di tutte, mi terrorizza:
    Zach non riusciva proprio a vivere tra macchinine, robottini e pistole giocattolo. Fin da piccolissimo — i genitori sostengono fin dall'età di 3 anni- Zach sognava di essere una bambina. Di indossare il tutù rosa, di giocare con Dora l'Esploratrice, di pettinare le bambole 
    Ma porca paletta! Io pretendo che il mio futuro figlio, maschio, sia libero di giocare con Dora l'esploratrice e di pettinare le bambole! Rivendico il diritto della mia bimba non ancora nata a far scontrare le macchinine e sparare con pistole giocattolo ai robottini! Voglio che la futura lei si senta libera di vestirsi da Batman per carnevale, e che il futuro lui non si vergogni di indossare una maglietta rosa (colore che, nei negozi partenopei, ormai spopola per gli uomini, insieme al lilla. La rivincita dei gay repressi?). Voglio che mio figlio non indossi la gonna perché è scomoda, e non perché è femminile, soprattutto considerato che i preti, i popoli arabi e pure i maghi di Harry Potter la indossano. Un giorno potrei ritrovarmi costretta a spiegargli che Gandalf, con quei capelli lunghi e la tunica bianca, non era abbastanza "virile", o che Legolas si è fatto prestare il vestitino di Trilli e no, non si fa!
    Ho conosciuto una bambina, ultima di 4 figli, che voleva a tutti i costi farsi spuntare il pisellino. Passava ore seduta sul gabinetto sperando di vederlo comparire, lo chiedeva come regalo a Babbo Natale e ad ogni doccia credeva che qualcosa, tra le sue gambe, stesse crescendo e che fosse solo questione di tempo prima di ritrovarsi un bel pene vero. Per non parlare del fatto che rubava i vestiti ai fratelli, che era il più "maschio" del gruppo, che aveva modi da scaricatore di porto (con tutto il rispetto per la categoria) e la famiglia non riusciva a tenerla ferma e buona un solo istante. Mai giocato con le bambole, mai ricamato, mai fatto le faccende domestiche perché donna, ma solo perché costretta e solo quando anche i fratelli capitolavano. Ecco, questa bambina, oggi è una giovane Donna, convinta della sua sessualità, tranquilla, pacata e riflessiva, perfetta nella gestione della casa e, ahimé, costretta a crescere troppo in fretta da una situazione familiare difficile. Del maschiaccio ribelle che era da piccola non c'è più traccia, né sessualmente, né caratterialmente. Non voglio dire che le donne siano per forza pacate e riflessive, o che gli uomini non lo siano, ma vorrei evidenziare che è diventata il contrario di quello che era da piccola: da mostro ingestibile a persona tranquilla, serena e in pace col suo corpo e la sua sessualità.
Un'ora intera passata a scrivere. Come mi sento soddisfatta!

6 commenti:

  1. Mi fa piacere che tu abbia trovato del tempo per te :) in effetti con tutte le cose in questi mesi, te li meriti un pò di giorni in santa pace XD A proposito di quell'argomento su quel bimbo, vorrei farti vedere questo documentario molto interessante. Parla dello stesso argomento ma qui li fa vedere proprio i bimbi, hanno dai 6 agli 8 anni e vogliono un cambiamento di sesso e i genitori, più che consenzienti, gli permettono di affrontare questo percorso... insomma più che spiegartelo dovresti vederlo, sono 5 parti, anzi quattro, visto che la prima parte gliel'hanno tolta, ma dalla seconda si capisce benissimo, non sarà lungo vederlo... da qui:
    http://youtu.be/DPlb_hM091Q

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  2. E' lo stesso documentario che le ho linkato io, e che mi ha dato una visione più completa della vita di questi bambini... credo per esempio che quando dicono che hanno cominciato a trattare Zach "come una femminuccia" si riferiscano semplicemente all'utilizzo del genere femminile per le cose che lo riguardano, che non mi sembra catastrofico! Il punto non è essere maschio e giocare con le bambole, o essere femmina e volersi vestire da Batman e fare il maschiaccio: anche a 5 anni si è consapevoli di essere maschio o femmina, e non parliamo di gusti, parliamo di una coscienza di sè che c'è, anche se la sessualità non è quella che si intenderà per la vita adulta. Parliamo di bambini che fanno delle richieste precise, delle osservazioni acute sulla propria identità, che mostrano un disagio importante, non di bambini che amano vestirsi di un colore piuttosto che un altro... anche perchè finchè gli mettono una gonna invece dei pantaloni non è niente di irreversibile, magari gli passa magari no, ma perchè fargli vivere male questa fase della loro vita?

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    1. Infatti, come ho scritto, era l'articolo a preoccuparmi. Come se la preferenza per il rosa e le bambole rendesse il bambino "sbagliato" in qualche modo. Ed anche questa distinzione tra giochi da maschio e giochi da femmina mi sembra assurda. Prova per un attimo a dimenticare ciò che sai dei disturbi di genere e basati solo su quanto scritto nell'articolo. Cosa ci leggi? Io ci vedo un mondo diviso tra blu e rosa, tra bambole e robottini, tra lavori domestici e botte fuori scuola. Un mondo pieno di preconcetti e di rigide imposizioni, inutili, se non dannose, per la crescita di un/a bambino/a.
      Toglimi una curiosità: tu, a 5 anni, ti ponevi problemi sul tuo essere femminuccia? Trovavi qualche differenza tra te e i tuoi amici? La gente ti trattava diversamente perché bimba? Diciamoci la verità, i bambini non fanno distinzioni di sesso, lingua, religione o colore della pelle. Se il problema della loro sessualità domina completamente le loro vite, forse c'è qualcosa che non va nel comportamento degli adulti che li circondano.

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    2. Sono totalmente d'accordo con voi. Infatti, i bambini, hanno incoscientemente una consapevolezza del loro IO, ma non è che si pongono il problema, o da fuori facciano queste distinzioni tra maschi e femmine. Questi sono tutti problemi che si fanno gli adulti più che altro. A quanto pare, i genitori di quei bambini se ne fanno più di loro. Addirittura,(traduco per chi non avesse capito una parte fondamentale del documentario) il dottore dice chiaramente ai genitori che i bambini devono assumere delle DROGHE per ESTENDERE L'INFANZIA E NON FARLI ARRIVARE ALLA PUBERTA'. Ora, io non sono mamma, e forse so ben poco su cosa significa avere dei figli, ma, se lo fossi, rimarrei atterrita da queste parole: Drogare mio figlio, modificarlo geneticamente ed esteticamente, per poi permettergli un'operazione che rischia di mandare a puttane tutta la sua intera vita (nel caso in cui cresca e senta di essere diverso di come pensava di essere da bambino). Perchè questo genere di operazioni che si fanno, unite all'assunzione di droga ed ormoni, è permanente, non c'è via d'uscita, non c'è modo di ritornare all'origine, è un passaggio graduale (si chiamano "trans" non per nulla) che ti porta ad una modifica totale del corpo, che ti fa diventare schiavo/a della chirurgia estetica, dei controlli e dell'assunzione di medicine. Fai una prigione del tuo stesso corpo. E tutto ciò ovviamente lo dico con il massimo rispetto per tutte le persone trans, ne conosco personalmente e sto anche dalla parte dei loro diritti etc. Però alla fine dei conti questa è la realtà, e questi genitori condanneranno semplicemente questi bambini, perchè la società gli dice che rosa vuol dire femminuccia, e blu vuol dire maschietto... Non so esprimermi meglio di così, avrei mille parolacce per quel documentario in realtà ed anche per articoli del genere che fanno leva su questi particolari.

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    3. Francesca, io credo che per "droga" il medico intendesse il principio attivo dei farmaci, ma potrei anche sbagliare.
      Il problema che cercavo di mettere in evidenza non riguarda affatto i trans, ma il modo in cui la società condiziona la vita dei bambini imponendo loro schemi di comportamento basati sul sesso. Siccome volevo limitarmi a commentare l'articolo, ma non il fenomeno in sé, non avevo ancora visto il documentario. Però, visto che ci troviamo a parlarne, ci ho provato. Sono arrivata a metà e non ho avuto che conferme della mia tesi: per loro, diventare femminuccia vuol dire indossare abiti rosa e farsi crescere i capelli. Certo, ad un certo punto, una madre dice anche che suo figlio gioca con i dinosauri e che non è quello che lo rende maschietto. Però, durante gli altri 30 minuti che ho visto, il messaggio è esattamente quello. Da maschietto aveva la maglietta dell'uomo ragno, da femminuccia mette lo smalto e indossa gonne rosa, vive in una camera rosa e ha coperte rosa. E non credo sia il caso di sprecare parole sul pessimo gusto di una madre che fa fare i colpi di sole ad una bimba di 8 anni. Onestamente, in quei 30 minuti di documentario, ho visto due mamme che assecondavano i capricci di due bimbe viziate, ma niente che spiegasse cosa vuol dire, a 3, 5 o 8 anni sentirsi bloccati in un corpo "sbagliato". Ho sentito un bambino sperare di veder crescere il suo seno, e mi avrebbe fatto pena anche se fosse stata una femminuccia vera. A 8 anni considero patologico che una bimba, nata e cresciuta femmina, sogni di rifarsi il seno. Lo trovo abominevole.
      Quando ero piccola, mia madre mi insegnò a ricamare all'uncinetto. Mio fratello, un po' per curiosità, un po' per stare vicino alla mamma, decise di provarci. E, devo ammettere, era bravo. Solo guardando me e mamma aveva imparato le basi in pochi minuti. Ma no, era roba da femminucce, quindi gli fu vietato di prendere in mano un uncinetto. Io lo trovai ingiusto all'epoca ma, col senno di poi, penso che siano stati addirittura crudeli. Ma tant'è... mio fratello ci ha rinunciato, i miei genitori sono stati contenti di entrambi, e nessuno si è più posto il problema (a parte me, che trovavo quell'attività estremamente rilassante e pensavo che non fosse giusto negare a mio fratello quella tranquillità che io, da femminuccia, potevo ritagliarmi). Mio fratello, tra l'altro, era un bambino molto timido ed insicuro, delicato, mingherlino, con movenze molto femminili. Tra l'altro, essendo la maggiore, e quindi la più alta, IO decidevo di giocare con le bambole, ed IO facevo il papà! Credo che sarebbe bastato pochissimo per convincerlo che si sarebbe trovato meglio comportandosi da femminuccia. Se gli avessero detto "sembri una femmina, ti comporti da femmina, giochi come una femmina, per caso vuoi che la mamma passi ore con te a scegliere i vestiti e pettinarti i capelli?", tu cosa credi che avrebbe risposto?
      Io non ho visto nulla nel comportamento di quei bambini che giustifichi un cambiamento di sesso, a parte i capelli lunghi, lo smalto (volgare, secondo me, su una bambina), e una marea di rosa. E, ovviamente, genitori che non fanno che evidenziare questo cambio di sesso, incentrandoci tutta la vita dei figli. Suppongo che i bambini ne siano ossessionati, ormai, se le madri si sentono in dovere di condividere l'esperienza anche con la parrucchiera.
      Comunque, Francesca, non ho mica capito se io e Silvia siamo d'accordo. :D

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    4. Beh il fatto dei trans, magari sono andata un pò fuori tema io XD ahahahah, no, anzi mi sa che tutti siamo andati "fuori tema nel tema". Io pensavo foste d'accordo perchè sostanzialmente stavate dicendo la stessa cosa (o almeno questo è quello che ho capito io, se non è così scusatemi XD mi sarò rimbambita):P Ed è la stessa cosa che cercavo di dire anche io: Trovo assolutamente ingiusto che per i bimbi ci siano distinzioni del tipo classico: rosa per le femmine, blu per i maschietti. Non è così che dovrebbe funzionare, i bambini pensano a ciò che gli piace, non se è per maschi o se è per femmine. In quel documentario le mamme evidenziano questi aspetti invece e li stra evidenziano eccome e si sentono orgogliose di "aver capito i loro piccoli", come se si sentissero le madri migliori del mondo, addirittura vanno spargendo in giro queste cose: è nato maschio ma ora è femmina...(una cosa simile) etc... Insomma, come dici tu appunto, non fanno altro che evidenziare questo cambio di sesso ed i bambini sono altresì ossessionati da questo.

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